domenica 18 dicembre 2011

I fantasmi dell' amore

Uno dei miei più cari amici e confidenti, senese autentico , cresciuto in contrada ma non prigioniero di essa, di ritorno da una delle nostre drammatiche serate in piscina che somigliano più a dei bagni di terapia fisica che a momenti di palestra per il corpo, ha commentato un mio pensiero sottolineandolo così : questi si chiamano
" Fantasmi dell' Amore ".

I Fantasmi dell' Amore sono una , mille e nessuna possibilità che scorgi negli occhi di una donna che magari incrocia il tuo sguardo per caso o per curiosità in maniera inaspettata.
Un istante interminabile, intenso , rivelatore , infinito, ultimo.
Il cuore ti sale in gola, l' emozione è fortissima, le endorfine si liberano e per un nanosecondo o meno quel sottile dolore profondo , cronico e antico sparisce liberando la  gioia e il  sollievo.
In quel lasso di tempo non quantificabile credi che forse quel vuoto sconcertante stia per concedere spazio.
Quel pensiero falsato dall' irrealità della situazione diventa il tuo fantasma dell' amore a cui ti attacchi tenacemente, con caparbietà e ottusità.
Ricordo ancora quando uno di noi bambini svelò a tutti gli altri che in realtà Babbo Natale non esisteva e che a portare i doni sotto l' albero erano i tuoi genitori. E non il mitico vecchio Santa.
Ecco, non perdonerò mai quel bambino ,di cui ricordo perfettamente nome cognome e fisionomia, che  ha fatto sparire quel fantasma dell' amore.
Il fantasmi dell' amore di quel mondo non tangibile che è l' amore come tali appaiono e spariscono così come sono arrivati.
Giungono dal nulla e ritornano nel nulla per poi ritornare negli occhi di un' altra donna.
Il destino si occuperà di far incrociare i tuoi  con quelli rinnovando il processo di eterea rincarnazione.
I fantasmi dell' amore sono subdoli, come tali possono assumere varie forme, come quelle di un sms inatteso che ha il potere di far viaggiare la tua fantasia oltre ogni immagianazione.
Possono assumere la forma delle parole.
Un semplice "ciao" o un complimento non contemplato proveniente da quella persona e non da altre ti procura il processo della levitazione alla stregua di uno yogi di scuola vedanta del 3000 a.c reincarnatosi nel corpo del Dalai Lama.
I fantasmi dell' amore si possono mascherare da Fame d' Amore.
Questo è probabilmente il più insidioso dei Fantasmi dell' Amore.
Sei talmente affamato che fai fatica a tenere i tuoi pensieri orientati correttamente, a far in modo di rimanere allineato alla ragione e a non perderti per lidi lontani e inesplorati.
Molto spesso se non quasi sempre questa tremenda fame che ti attanaglia lo spirito e la mente ti fa vedere il tutto dove non c'è niente. L' opera di autoconvincimento che il cervello mette in atto in questi casi è tremenda.
La CIA utilizza delle tecniche di smontaggio del cervello e rimontaggio per poter manipolare pienamente l' individuo.
Tali tecniche vanno sotto il nome di Mind Fucking.
I Fantasmi dell' Amore sotto le mentite spoglie della fame d' amore a mio giudizio sono persino peggio.
La fame si sa è una brutta bestia.
Ci sono casi in cui ti abitui pure alla fame, grazie a Dio la vera fame da mancanza di cibo non l' ho mai provata, immagino che sia qualcosa che ti toglie le forze , ti spossa e ti porta via la speranza.
Per questo e per mille altre ragioni i fantasmi dell' amore andrebbero combattuti strenuamente con tutti i mezzi possibili, convocando un esorcista se necessario.
  Tuttavia  devo dire , se mi avessero lasciato credere che Babbo Natale esisteva per davvero ne sarei stato felice e quel fantasma lo avrei tenuto con me per sempre.

sabato 17 dicembre 2011

Ci Rifacciamo Atto II

Come preannunciato qualche tempo fa, ieri 16 dicembre ha avuto luogo nella sede dell' associazione Trisomia 21 di Firenze l' evento Vinellando & Birreggiando.
L' evento è stato voluto come sempre dalle mamme di questi fantastici ragazzi che si spendono da anni per cambiare una mentalità , una cultura, puntando sulla normalità.
Può sembrare una cosa facile, a volte le cose più semplici risultano essere le più complesse.
Elisabetta Tappi è stato il perno centrale attorno cui l' evento è ruotato mettendo a disposizione le sue qualità di sommelier raffinatissimo.
La sua competenza nella selezione dei vini e nelle capacità di marketing ci hanno permesso di proporre vini eccellenti a un pubblico curioso , che ha sfidato il diluvio scatenatosi nel pomeriggio di ieri sulla città di Dante.
Fabiana del Nero come sempre ha gestito la cucina magistralmente facendo filare tutto liscio.
Lo spirito che anima le iniziative con Trisomia 21  è quello dello scambio reciproco .
Noi diamo loro tempo, competenza, impegno.
Loro tutti, soprattutto i ragazzi , sorrisi e abbracci.
Bisognerebbe fare una cura mensile di sorrisi e abbracci. Basterebbe due volte al  mese come terapia di mantenimento per avere una vita quotidiana piena, dentro.
Sono convinto che con questa cura costante si camperebbe qualche anno in più e bene.
In cucina hanno affiancato la Fabi , la Elisabetta, un cuore da cuoco sotto una divisa da sommelier, Cristina Giacomelli che si è prestata generosamente a dare una mano, Silvia Conticini della Federazione Nazionale Personal Chef e  bellissimo essere umano, e in ultimo immodestamente il sottoscritto.
Qualcuno non si è  presentato all' appello inaspettatamente. Peccato.
Mi preme far notare, che ero l' unico uomo in mezzo a tante donne.
Non sono stati sempre bei momenti, credetemi. Queste prove tuttavia forgiano il carattere. Spero.
Lavorare con queste ragazze è sempre una esperienza unica.
La Fabi è una continua fonte di ispirazione. La tranquillità che pone nel lavoro e che trasmette non ha prezzo.
Grazie Fabichef !
Alla prossima iniziativa ! Ciao Bimbe !!!





Mitico Andrea

Supertappi

Vin Brulè

Smantecato di Baccalà con Polenta ( per farla semplice ! )

Giovanni, Supertappi , Fabichef e il Mitico Andrea

domenica 27 novembre 2011

Ecco perchè nonostante tutto Napoli rimane l' unica possibilità che il mondo ha di sopravvivere


Le 5 cose da evitare di dire a un Napoletano residente fuori regione.

1) Hanno aperto una pizzeria napoletana, i proprietari sono napoletani veri e fanno la pizza "alta" come la fate voi.
2) Sei di Napoli ? Ma Napoli Napoli ?

3) Sei di Napoli ? Beeeeellaaaa Napoli.

4) Per il fine settimana vai " giu " ?

5) Ma com'è sta cosa della spazzatura ?

mercoledì 23 novembre 2011

Pane Pane

Qualche giorno fà , su indicazioni dell'amico Giovanni Santarpia pizzaiuolo in San Donato in Poggio ( Fi ), ho fatto il pane in casa.
Allora, parliamo di pane, pane come si dice qui per distinguerlo da quello senza, salato.
Cioè il pane pane, non il quasi pane.
La lievitazione è stata rigorosamente di 24 ore con doppia lavorazione. Farina bianca, farina Manitoba, acqua, sale e lievito . Un solo grammo di lievito. Si, avete capito bene, non oro, non eroina, ma lievito .
Un solo grammo di lievito.
Il pane per chi come me o per volontà o per caso è emigrato al nord è l' elemento che ci tiene legati alla terra d' origine.
Ora, se avessi avuto la fortuna non contemplata dalla storia del mondo di emigrare da nord a centro nord poco male, sarei passato da un pane quasi pane per dire emiliano, a un pane quasi pane come in questo caso toscano.
Diverso se fossi nato a Milano o Torino e fossi emigrato al centro nord.
La grossa massa emigratoria dal dopoguerra in poi ,dal Sud al Nord ,ha fatto sì che i figli della questione meridionale portassero con sè tanta fame e le tradizioni delle terre d' origine.
Quindi in quelle città da tanti anni ormai si possono gustare quasi tutte le specialità di casa propria.
Il pane di casa io l' ho ricercato negli anni della mia permanenza negli Stati Uniti.
Lì, lontano, la nostalgia di casa è fortissima.
Io avevo trovato un panificio nella Little Italy di Philadelphia, all' Italian Market.
Il panificio era stato fondato ai primi del novecento.
Campeggiava dietro al bancone, scolorita dal tempo ,la foto del fondatore della premiata ditta e poco più in là quella di colui che ci aveva affamati e che in ogni caso per gli italiani d' America rappresentava l' unico motivo di orgoglio nazionale. La foto del Duce.
Perchè si sappia, tutti gli emigranti di quegli anni erano fasciti convinti. Povera Italia.
Ad ogni modo, mi facevo  13 blocchi a piedi d' inverno  anche a -15° e altrettanti d' estate nella calura afosa di quella terra per adare a comprare 8,9 pezzi di pane che poi avrei congelato per mangiarlo all' occorrenza. E si, perchè o fai così o il pane pane non lo mangi lì.
Ecco , il pane del panificio Sarcone dell' Italian Market di Philadelphia era il mio legame con l' Italia.
Pane salato, con la scorza ben cotta, una bella mollica, sodo, profumato e morbido.
All' Italian Market trovavo poi la mozzarella di bufala casertana, a 6 dollari il pound.
La mozzarella arrivava il martedì a New York e il giovedì a Philadelphia.
La mozzarella portata evidentemente la settimana prima dall' Italia arrivava in America stanca, svogliata e senza forze. E che dovevi fare, ogni tanto la compravi e ti illudevi che fosse eecezionale.
In alternativa c' era dell' ottima Buffalo Mozzarella Cheese che arrivava dall' Ontario.
Che Dio perdoni loro e abbia pietà di me solo per averci pensato.
L' astinenza da mozzarella è brutta, è peggio della droga. Ti fa fare cose tremende.
E poi c'era Talluto's che vendeva ulive in salamoia. Ulive greche, ulive pugliesi e poi ulive di Gaeta.
E illudiamoci pure sulle ulive di Gaeta e che Dio volga il suo sguardo misericordioso su di noi anche stavolta.
E poi, Parmigiano o Parmesan Cheese, Prosciuto di Parma fatto in Canada e poi e poi...
Il fatto che lavorassi al mattino all' università e la sera nei ristoranti "italiani" della città mi dava la facoltà di conoscere i fornitori locali di tutti i prodotti italiani e scegliere il meglio per me.
La mia sofferenza è finita quando ho cominciato a lavorare  nei ristoranti degli hotel, lì si faceva la cosidetta cucina continentale. Un misto di cucina francese, inglese, europea in generale. Cioè niente.
Quanto meno non mi capitava di incontrare sulla mia strada il Posciutto di Parma fatto in Canada.
Dopo tutto, alla fine dei giochi, avevo trovato il pane di Sarcone.Sarcone's Bakery. The best in town.
A volte mi capitava di mangiare solo pane, pane e pane per companatico. Fantasticamente.
Le soddisfazioni però me le sono tolte, come quando invitai tutti gli amici italiani a casa una domenica e cucinai il ragù napoletano . 'O RRau'. A +35 gradi d' agosto con una umidità del 90%.
Sarebbe potuto essere un suicidio di massa, e sarebbe stata comunque una bella morte.Gloriosa.
Il fatto di essere riuscito a fare il pane in casa, il pane pane, mi ha ridonato fiducia e supporto.
Sono troppo contento. D' altra parte mi rendo conto che per la cucina toscana il pane pane non è adattissimo. I salumi in particolare, e la cucina territoriale in generale vogliono un pane poco saporito.
Il nostro pane già abbastanza sapido di suo farebbe a cazzoti per esempio con il prosciutto di cinta o con la finocchiona. E quindi pane quasi pane.
Non me ne vogliano gli amici toscani, ma anche questo, tutto questo ha in verità poco a che vedere con il pane.

Cu 'na bbona salute !



Pane Pane




















giovedì 10 novembre 2011

Ci Rifacciamo

Il 16 di Dicembre ci rifacciamo.

Il sodalizio umano stabilito con Trisomia 21 di Firenze ha prodotto un nuovo appuntamento con la banda di Viale Alessandro Volta.
Questa volta il Tam Tam è durato il tempo di formulare un pensiero e la cosa era già fatta.
Elisabetta Valentina Tappi di Vinofollia in prismis, poichè è il vino questa volta l' ospite d'onore, Libera di Accanto al Camino, Fabiana Del Nero di Tagli e Intagli, il poliedrico Riccardo Guardabasso, e il sottoscritto ci ritroveremo per una nuova esperienza che sono sicuro ci darà tantissimo anche questa volta.
Dato che questo è tempo di "Olio Novo" ho pensato di includere nel menù un piatto povero che valorizzerà al meglio l' oro verde !
Mi auguro che questa zuppa, chiamata nella mia città " Fasule 'a Zuppa", verrà gradita dai tanti sostenitori dell' associazione che interverrano alla serata.
Si tratta di una semplice zuppa di fagioli cannellini condita a crudo con aglio, origano , olio novo e croutons aromatizzati al timo.
La zuppa nella sua ricetta originaria si presenta in una forma un pò diversa, tuttavia vista la location dell' evento e il territorio ho voluto  avvicinarmi il più possibile ai palati locali. Senza stravolgimenti pindarici.
Il piatto in questione è povero poichè era  una pietanza  in voga quando vi era poco altro che fagioli e pane, ho seri dubbi che in principio l' olio fosse presente. Aglio e origano sono alcuni degli elementi principe della cucina meridionale, danno sapore e suppliscono alla mancanza di una qualsiasi forma di grasso da condimento.
Nelle sere fredde d' inverno in ogni caso " 'e fasule 'a zuppa " rinfrancano lo stomaco e lo spirito.
Soprattutto se accompagnati da un generoso bicchiere di vino rosso.
Anche questa è uno dei piatti che vengono consumati durante l' inverno in casa di miei genitori. E quanti altri ancora ne farò conoscere. In attesa è la Salsa alla Genovese, piatto che a discapito del nome è Napoletanissimo .
Napoli è una città strana e per questo sono portato a pensare da sempre che sia il vero ombelico del mondo. Insieme a Calcutta.

Buon Appetito.


.


martedì 8 novembre 2011

'A casa è sempe 'a casa.

Nuovo Post.
La frequenza con cui pubblico i miei post sono l' espressione più viva di come io sono. Incostante.
Ho provato nel tempo a correggere questo lato del mio modo di essere. Non ci sono riuscito.
Evidentemente così deve andare. Allora smetto di provare, confermando implicitamente ciò che ho appena affermato.
Solo una cosa è stata una costante nella mia vita, la passione per la cucina.
Credo che da sempre,24 ore al giorno, il mio cervello pensi esclusivamente alla cucina.
I miei discorsi vertono immancabilmente su quello.
Sono convinto che quando un giorno lascerò questo mondo e arriverò nell' altro continuerò a parlare di cucina, sia che mi trovi su una bella nuvola soffice beato come un Papa, sia che mi trovi circondato dalle fiamme dell' inferno.
In quel caso sterminati barbecue e birra a gogo.
Ma la birra ci sarà all' inferno ? Boh !
Fatto sta  che è dall' età di 8 anni che il mio chiodo fisso è la cucina.
La prima cosa che provai a cucinare fu un uovo fritto. Ricordo che versai un goccio d' olio in una  padellina, lasciai cadere dentro un uovo facendo attenzione a che non si rompesse e aspettai.
Il problema era che non sapevo quanto avrei dovuto aspettare, e l' uovo si bruciò. La cosa mi lasciò stupito e mi chiesi : e perchè adesso è successa questa cosa ?
Allora ricominciai da capo e misi su un altro uovo questa volta facendo attenzione ai tempi di cottura.
 Si bruciò meno. E  da allora non ho più smesso di provare.
In verità la mia passione non nasce per opera e virtù dello spirito santo, mi è stata trasmessa dai miei genitori.
Provengo da una famiglia napoletana ortodossa praticante, credo che per cultura e attaccamento al territorio più che napoletana la mia famiglia discenda direttamente dai greci eubei, i primi colonizzatori di quella che sarebbe stata la prima Neapolis, la città di Napoli.
Pare che la Sibilla Cumana abbia dato personalmente la ricetta del Ragù napoletano direttamente nelle mani di una mia antenata.
Ma quelli sono tempi lontani. Quello che invece ricordo è il mercato generale del pesce di Napoli dove mio padre, di domenica presto, mi portava da bambino.
Lì e successivamente nei muri di casa ho imparato a riconoscere nomi , specie, sottospecie e provenienza di tutti i pesci che venivano venduti dai dettaglianti in città.
Sempre nei muri di casa ho imparato a conoscere il cibo, cibo sempre di altissima qualità, cibo che veniva e viene tuttora chiamato con i termini napoletani antichi e riconosciuto solo attraverso questi.
Negli Stati Uniti dove ho visuto qualche anno non mi è successo, ma vi assicuro che fare la spesa dal macellaio in Toscana i primi tempi è stato un problema.
Termini come colarda,annecchia, mascariello,cuccuvizzo e così a seguire sono oggi conosciuti solo nella Napoli che fu.
Io però quei tagli di carni come una tradizione orale ho imparato a chiamarli e riconoscerli in questo modo. Per certi versi mi sento un Kunta Kinte della cucina  napoletana.
In casa dei miei genitori il ragù napoletano viene fatto ancora con quei tagli di carne e sempre con una piccola base di strutto, che come riepete mia madre, dà sapore.
Lo strutto è l' elemento che si ritrova anche in alcuni piatti di pesce che vengono preparati in casa dei miei.
E devo dire, fa la differenza.
Spesso leggo personali testimonianze di come la cucina sia comparsa presto nelle vite degli appassionati.
E sovente mi capita di leggere frasi del tipo : ...quando bambina ero accanto a mia madre ai fornelli...lì la mia passione è cominciata e non ho più smesso..
Credo che a me sia capitato un pò così, anche se devo dire che una tradizione culinaria di tipo ristorativo ha fatto da substrato in casa dei miei genitori. Tradizione che si è tramandata da mia nonna paterna a mio padre, tradizione che esisteva già in casa dei nonni di mia madre per vicende simili.
Sarebbe bello e estremamente impegnativo raccontare la storia della mia famiglia, qualcuno ha provato nel passato a scriverci un libro.
Non  basterebbero gli  Annales di  Tacito per rendere giustizia a 150 anni di vite vissute, caratterizzate da  vicende che definire singolari è estremamente riduttivo, tuttavia sempre gloriosamente.
Per quanto rigurda la passione per la cucina specificatamente devo dire che le cose imparate in casa prima e da autodidatta poi mi hanno permesso di esprimermi non al meglio ancora, ma di prepararmi a questa strada che era scritta nel mio dna.
Devo per questo ringraziare i miei genitori per le nozioni trasmesse.
Queste sono le vere eredità che i genitori dovrebbero lasciare ai figli. 
Devo secondariamente ringraziare me stesso per la costanza mostrata.Questa volta si.
Quelli che seguono sono alcuni momenti della mia ultima discesa casalinga, le mani sono quelle di mia madre.
Lo spirito è quello di casa mia.

Buon appetito.


La Sig.ra Anna sistema il fior di latte di  Sorrento

La signora Anna aggiuge il basilico a  foglia Bollosa  Napoletano

Particolare - Napoli Sec. XXI

La Sig.ra Anna aggiunge "'e mulignane a fungetiello"

Particolare-Napoli Sec. XXI

Cannoli di Pasta Fresca, fiodilatte e mulignane ' a fungetiello.

giovedì 20 ottobre 2011

Arepas Venezolane

Quelle che seguono sono le Arepas Venezolane formato mignon, di circa 50 grammi ciascuna.
Le Arepas sono dei "panini" di mais bianco precotto impastato con sale e acqua.
Quanta acqua ? Per una arepa di 50gr. io utilizzo circa 90 gr. di acqua. Questo dipende un pò dalla stagione, umida o più secca.
Le Arepas vengono preparate sia in Venezuela che in Colombia.
In Venezuela vengono farcite tradizionalemente con carne mechada y queso.
Per quanto mi riguarda ho provato a farcirle con ripieni più vicini alla nostra cultura e al nostro palato.
Le prime che ho impastato le ho preparate con un ripieno di " Mulignane 'a Fungetiello ".
I miei paesani possono capire a cosa mi riferisco, chi ha avuto la fortuna di transitare per Napoli ( mi ripeto : La Fortuna ) le ha probabilmente assaggiate in qualche ristorante o trattoria della città.
Ad ogni modo ci sono 2 scuole di pensiero in Venezuela per preparare questi pagnottielli sudamericani.
Dopo l' impasto c'è chi passa il panino qualche minuto in padella con un sottile strato d' olio e poi le finisce al forno.
L' altra scuole suggerisce invece di metterle direttamente al forno per circa 20 minuti a 140°.
Io preferisco la prima versione. Come si dice in Toscana, fritta l' e' bona anche una scarpa.
Le Arepas si lasciano mangiare, dato il tipo di prodotto e l' effetto al palato si prestano sia per preparazioni salate che dolci. Sono ottime ad esempio con pere cacio e miele.
Io personalmente le preferisco con un buon pomodoro di stagione condito semplicemente con olio , sale , basilico e origano. Ognuno comunque trovi la migliore combinazione.
In conclusione devo ammettere per onestà intellettuale che senza dubbio ritornerei in Venezuela , ma non per le Arepas. 
La mia amica Elisabetta Valentina Tappi è innamorata delle Arepas. Io sono innamorato del cioccolato.
Mi direte che c' entra questo ?
Qusto è il mio blog e io ci scrivo quello che voglio. Ecco cosa c'entra.
Comunque riepensandoci  bene le Arepas con il cioccolato non devono essere affatto male.
Con una buona salute !

Arepas prima e dopo lo "schiacciamento"

Pronte per la brasatura

durante il passaggio in forno

Arepas take away

martedì 18 ottobre 2011

Niente a che vedere con la Cucina

Sabato 15 e Domenica 16 Ottobre si è tenuta a Massa Marittima la II Edizione della Mostra Micologica del Terziere di Cittanova.
La Mostra ha coinvolto la comunità locale tutta, Il Terziere di Cittanova e 1 brigata di 25 Chef  Professionisti che hanno accettato per puro spirito di partecipazione e motivati da una insensata passione di offrire il oro contributo  per la riuscita di questa bellissima manifestazione.
In due giornate sono state servite circa 250 persone tra la cena di Sabato e il pranzo di Domenica.
Inoltre lo street food è stato l' evento protagonista della passeggiata nel bellissimo chiostro della Chiesa di S. Agostino .
Il Panino con Salsiccia, Crema di lardo al profumo di Arancia e Patè di Funghi Porcini creato apposta per l' evento è stato la causa di interruzione di molte diete e fioretti.
Per quanto mi riguarda,è stata un' esperienza unica non solo dal punto di vista professionale.
E' stata una esperienza per me per imparare, imparare di me.
Come spesso amo ripetere, la persona con cui ho i rapporti più difficili è me stesso.
A volte quando proprio non mi sopporto più vado nell' altra stanza, purtoppo quando ci arrivo mi trovo già lì pronto ad attendermi. E credetemi non è sempre una bella sorpresa.
Queste giornate a Massa Marittima mi hanno ravvicinato al tipo nell' altra stanza.
Ho cominciato a guardarlo con occhi diversi e mi sono detto...ma forse del tutto antipatico non mi è.
Se  alcuni credono, e io ci credo fermamente, che l' anima sa già quale è la tua strada, queste giornate me lo confermano pienamente.
Lo si capisce quando hai la percezione di aver fatto la cosa giusta, e non mi riferisco alla giusta e sindacabile  esecuzione del lavoro svolto.
Mi riferisco alla sensazione precisa, tagliente, limpida e unica di aver appagato la tua natura , di aver accondisceso alla tua anima che deviata su percorsi accidentali per un momento, per un solo momento interminabile e fantastico ritrova il suo cammino.
Quello che succede quando questa circostanza si verifica è la completa fusione di spirito e corpo.
Quello che ho fatto è stato in sintesi semplicemente amare.
Ho amato le persone che mi stavano intorno, tutte. Sia quelle persone che già conoscevo che quelle appena conosciute. Ho amato la schiena dolente, il mal di testa per il poco sonno, le risate in cucina, la fatica, il freddo appena comparso, la pelle d' oca che ti da un piatto finito e infine me stesso.
Una alchimia strana si è creata. Surreale. Leggera e Unica.
Come ho già avuto occasione di dire questa mattina a Riccardo Guardabasso, uno dei magistrali Capo Chef di questa bellissima brigata : quando sei appena partito e senti subito la nostalgia vuol dire che qualcosa di importante è successo.
Spesso,a conclusione di un evento, si è soliti ringraziare tutti i partecipanti definendoli persone splendide.
Non so dire se le persone che ho incontrato sono splendide, so che ho sentito il mio cuore battere e la mia  anima sulla strada giusta, per un momento, per un solo interminabile momento. Grazie a tutti. E per una volta grazie anche al tipo nell' altra stanza. Questo,tutto questo, non ha niente a che vedere con la cucina.
Grazie a Stefano Azzi, Riccardo Guardabasso, Lorenzo Giglioli , Max Bucci e a tutti gli altri.
 Tutti, nessuno escluso.















martedì 11 ottobre 2011

Una Giornata a Me Diversamente Utile

Sabato 8 ottobre e Domenica 9 ho passato due giornate diverse, ospite dell' Associazione Trisomia 21 di Firenze in occasione della Giornata Nazionale della Persona con Sindrome di Down.
Il Tam Tam partito da Firenze e  veicolato dalla mitica Libera è passato dalla Liguria per rimbalzare nuovamente in Toscana e infine a Roma.
Non ho parole per descrivere l' emozione che questi ragazzi ci hanno voluto regalare.
L' allegria , l' affetto e soprattutto il senso di leggerezza, qualcosa quest' ultima che mi riesce difficile spiegare.
Non ho mai ricevuto tanti abbracci come in questi due giorni, abbracci lunghi, sinceri , pieni di calore e simpatia.
Lo staff di cucina composto dalla emozionatissima Libera, da Fabiana, Valentina , Silvia e dal sottoscritto ha goduto di questa ondata di buonumore e di sorrisi  che fanno  bene più di mille medicine.
Non so dire altro se non grazie dell' opportunità regalatami all' Associazione Trisomia 21.
Mi porto ancora dentro gli effetti benefici di quei splendidi momenti.
Un abbraccio forte ad Andrea, Martina, Carlotta, Alessandra , a tutti i ragazzi dell' Associazione e ai loro splendidi genitori.
Tutti Troppo Mitici !









venerdì 7 ottobre 2011

La Mela che non avrei voluto mangiare.

Ciò che mi colpisce e mi tocca  profondamente quando qualcuno entra nel mondo reale dell' invisibile è il fatto che non si potrà godere più dei frutti del talento di quella persona.

W.A.Mozart, Janis Joplin, Bruce Lee, Freddy Mercury, Ettore Maiorana , Amy Winehouse, Luigi Tenco, J.F.Kennedy e molti altri.
Come si dice usualmente , la lista sarebbe lunga. Tutte persone il cui talento ha smesso di essere presto per ragioni varie, troppo presto.
Bisogna uscire di scena quando si è all' apice del successo, in maniera tale da lasciare un ricordo indelebile che consenta a chi è andato dall' altra parte di diventare leggenda all' istante.
Diventa a mio parere quindi ancora più grave, delittuoso e criminale il talento sprecato o inespresso.
Avere capacità in qualsiasi ambito delle possibilità umane e tenerle lì ferme, in attesa di un segnale di via libera che per ragioni più o meno profonde  potrebbe non arrivare mai è la negazione stessa del progetto vita.
Molto spesso ci si trova a non fare delle cose, a non mettere mettere in atto un' idea, un progetto pur banale e alla portata di chi  lo maturato perchè qualcuno, il qualcuno di turno, ti dice che tu non lo puoi fare.
E tu ci credi.
Quanti frutti sani, importanti , belli , potrebbero dare i talenti inespressi dentro ognuno di noi , talenti che magari dopo anni di silenzio assenso, spinti dalla forza della propria natura interiore prepotentemente vengono fuori.
  E allora ti decidi finalmente a dipingere quel quadro che avresti voluto dipingere a 20 anni, solo che lo fai a 70. A 20 magari  eri impeganto a vivere una vita non tua e che qualcuno forse  aveva scelto per te.
Mi auguro di dipigere i miei quadri ora, e lo auguro a ognuno di voi.
A me le Mele piacciono. E pure molto.

Prove Tecniche di Trasmissione

                                                                                                         


                                                                            
 Cosa avevo per cena questa sera in casa ?
 Poco      direi...
Della freschissima ricotta di pecora, gustosissimi pomodori secchi lascito di un amico siciliano di transito, olio extravergine del Chianti Fiorentino 
( quello lo berrei a litri o in sacche per uso edovenoso da 500cc ),
un cetriolo, una carota e del radicchio trevigiano a foglia lunga.
Mi sa che devo capire bene questa macchina digitale come funziona. L' ho comprata questa estate, ha un manuale su CD di 1566 pagine. Sono alla terza. Sono fiducioso.Non mollo. Forse.

mercoledì 5 ottobre 2011

Grazie a tutti per il caloroso benvenuto !
Sono commosso.
Voglio ringraziare in special modo chi ha reso possibile tutto questo, la produzione, la regia, i cameraman, i fonici, le truccatrici e lo staff tutto. Scusate se dimentico qualcuno.
Ancora un grazie particolare a chi ha creduto da subito in me.
Voglio citare qui il bassotto a pelo lungo della mia dirimpettatia chiamto Piperei.
Eta Beta, la zuppa di cozze, Enzo il meccanico,Il pappagallo caraqueno che canta le opere classiche spagnole, la pizza margherita a filetto di pomodoro, Mork e Mindy, la musica degli anni '70-80 e list but not last Spiderman. Fedele amico con cui ho condiviso i momenti tra i più belli della mia vita. Ragnatele a parte.
Grazie ancora.
PS: mamma a pranzo non torno, i pasta e fagioli li mangio rifatti. Che sono pure più saporiti.

martedì 4 ottobre 2011

Mo' arrivo.

Sto tentando di mettere a punto il mio blog...ci capisco poco e spero di non fare troppi danni.
Come dire ...non sono un tipo altamente tecnologico, tanto che se si rompesse improvvisamente e irrimediabilmente il computer ( facciamo 465 kg. di corna ) e ne avessi la possibilità, il che significa dire se fossi il figlio unico del re del petrolio, non impazzirei a cercare di ripararlo ma lo comprerei nuovo di zecca.
Forse anche il re del petrolio si incazzerebbe. Ma come si dice, " 'e figlie so' piezze 'e core ".
Comunque...passo dopo passo sono fiducioso che prima di Natale riuscirò a sistemare tutto, pure perchè a Natale ci sono le bancarelle e non me le voglio perdere.
Speriamo bene, saluti affettuosissimi.